Che io sia fortemente a favore delle tecniche naturali per la soluzione della diastasi dei retti dell’addome e che ne abbia fatto una ragione di vita oltre che un impegno professionale, non è un mistero. Questo non vuol dire che io condanni o neghi la validità di un intervento chirurgico. Innanzi tutto non ne avrei le competenze, dal momento che non ho una laurea in medicina e in secondo luogo sono perfettamente consapevole del fatto che la chirurgia in certi casi sia inevitabile.
Quello che affermo e che è innegabile, è che non esiste un’informazione valida riguardo alle metodologie naturali alternative o a supporto di quelle chirurgiche.
La diastasi dei retti dell’addome è un argomento raramente trattato. Se ne parla pochissimo anche nelle sedi in cui sarebbe opportuno, come i corsi pre parto. Molte donne che ne sono affette non sanno neanche di averla, perché semplicemente non hanno la più pallida idea di cosa sia e di come si possa prevenire, evitare, ridurre e risolvere anche attraverso metodi naturali.
A mio avviso, negare o omettere se pur involontariamente per mancanza di adeguate indicazioni, l’esistenza e la validità delle soluzioni naturali è vera e propria disinformazione.
Chiunque abbia un problema di diastasi dei retti dell’addome dovrebbe quanto meno essere messo a conoscenza di tutte le soluzioni disponibili alla risoluzione del problema. Soluzioni che spaziano dalle tecniche naturali a quelle chirurgiche. Questo offrirebbe, in molti casi, la possibilità di una scelta.
Le donne che non se la sentono di affrontare l’intervento chirurgico vanno avanti nella convinzione di essere spacciate. Si sottopongono a diete, a trattamenti estetici, ad allenamenti estenuanti. Ne ho conosciute molte. Nella stragrande maggioranza dei casi nessuno ha mai detto loro che potrebbero tentare una via naturale e che eseguendo un programma mirato e specifico ed evitando esercizi dannosi spesso dati per risolutivi, potrebbero ottenere ottimi risultati. Potrebbero risolvere o almeno migliorare di molto. Potrebbero stare meglio col proprio corpo.
Ho sostenuto diverse conversazioni sull’argomento con donne alla ricerca di una soluzione che ignoravano l’esistenza di metodi naturali. Stupore e meraviglia. In certi casi addirittura commozione. Cosa che condivido in pieno perché io stessa mi sono emozionata quando, grazie ad un programma di esercizi specifici, ho rivisto la mia pancia di nuovo piatta e ho indossato finalmente senza imbarazzo una felpa che non mettevo da anni perché lasciava trasparire la rotondità del mio addome dando l’impressione che io fossi ancora in stato interessante. E chi ha esperienza di diastasi dei retti dell’addome post gravidanza sa quanto sia odiosa, inopportuna e mortificante la fatidica domanda: “ma sei di nuovo incinta?”. Con tanto di sorrisino malizioso e sguardo furbetto di accompagno.
Non ho formule magiche o miracolose ma soluzioni basate sullo studio e sull’informazione. Ricerche che mi hanno portata ad andare oltre oceano fino a scoprire una delle tecniche naturali più accreditate ed efficaci in circolazione.
Si chiama Tupler Technique.
Esiste negli Stati Uniti e in molti paesi Europei già dal 1990 grazie a Julie Tupler che l’ha creata e praticata ottenendo notevoli risultati avvalorati dagli studi del 2005 della Columbia University, pubblicati sul Journal Women’s Health Physical Therapy.
Stiamo parlando di una tecnica che esiste da 28 anni e che sicuramente merita di far parte di quel bagaglio di informazioni a disposizione delle persone affette da diastasi alla ricerca di una soluzione.
Come dice Julie Tupler, non è mai troppo tardi per correggere una diastasi. Mi viene da aggiungere che non sia mai troppo tardi per fare informazione. Mi sto specializzando in questa tecnica e la sto soprattutto provando su me stessa con ottimi risultati. Ne parleremo approfonditamente.
È proprio così. Io ho avuto il mio secondo cesareo 5 anni fa e notai la differenza rispetto al primo. Dopo 7 mesi avevo ancora una pancia notevole nonostante fossi magra. La soluzione a detta di tutti i medici era l’addominoplastica. Scoprii per caso il metodo Tupler e nonostante il mio inglese un po’ arrugginito visto che nel 2013 in Italia ancora non ne parlava nessuno vidi immediatamente dei risultati incredibili, da subito. Ad agosto ho avuto una terza gravidanza e temevo che la mia diastasi sarebbe aumentata ancora di più. Mi sconsigliarono ancora una volta i ginecologi di portare la pancera e la pancia era notevole. Dopo circa una settimana dalla dimissione dall’ospedale decisi di ricominciare con il metodo Tupler e già da subito la pancia cominciò a rientrare. Il concetto è che viene considerata la diastasi come una frattura che va saldata e consolidata. Dopo pochi giorni dal parto avevo la pancia più piatta di prima. Ora sto proseguendo il programma di 18settimane e devo dire che mi sento in dovere di divulgare questa mia esperienza.
grazie mille Gemma per la tua testimonianza! il metodo Tupler ha risolto anche la mia diastasi ed è una speranza per molte donne.