la diastasi dei retti dell’addome nei bambini

Quasi tutti i neonati, soprattutto i prematuri, presentano una diastasi dei retti dell’addome. Al momento della nascita, infatti, i muscoli retti dell’addome non sono ancora completamente sviluppati e questo non permette loro di potersi unire al centro attraverso la linea alba, cioè quella striscia di tessuto connettivo che li lega.

A quanto pare insomma con questa diastasi abbiamo molta più familiarità di quello che crediamo, e dal momento che la maggior parte di noi viene al mondo con una separazione dei muscoli retti addominali, possiamo iniziare a sfatare definitivamente il mito che la diastasi sia unicamente legata alla gravidanza, al post gravidanza o al parto cesareo.

Questo vuol dire che siamo tutti condannati? No.

E anche se lo fossimo sapremmo come rimediare. La realtà dei fatti è che nel normale processo di accrescimento, i muscoli retti dell’addome si avvicinano e si chiudono. Tuttavia possono crearsi delle situazioni che riescono in qualche modo ad interferire in questo naturale avvicinamento, lo possono bloccare, rallentare o addirittura invertire. Cioè possono aumentare la distanza dei muscoli retti dell’addome già esistente, compromettendone la naturale chiusura.

Dobbiamo partire dal presupposto che la parete addominale dei bambini nei primi anni di vita è molto debole. Se chiedete ad un bambino di 3/4 anni di sdraiarsi a terra a pancia sopra e da quella posizione lo invitate a sistemarsi nella posizione seduta, noterete che non sarà in grado di passare dalla posizione sdraiata a quella seduta con un solo gesto. Si girerà su un fianco e sull’altro nel tentativo di aiutarsi con le mani e di fare forza con le braccia. Questo avviene perché la parete addominale non è ancora abbastanza forte da permettere il cambio di posizione con un’unica azione che impegnerebbe soprattutto i muscoli addominali.

Un’altra evidenza di diastasi dei retti dell’addome nei bambini è rappresentata da quelle “panciotte” prominenti che sono molto carine, ma la cui tenera rotondità è data proprio dalla separazione dei muscoli retti dell’addome.

Probabilmente la natura ha voluto che nascessimo con questa separazione muscolare per permettere un corretto sviluppo degli organi interni e di conseguenza un corretto accrescimento corporeo. Fatto sta che come abbiamo detto, i muscoli retti si chiudono naturalmente durante il periodo di crescita e lo fanno in un lasso di tempo abbastanza lungo che va dalla nascita ai 3/5 anni.

Cosa può succedere in questo periodo che possa andare ad interferire negativamente sul naturale processo di chiusura dei muscoli retti dell’addome?

Oltre alle cause genetiche, dovute alla qualità del tessuto connettivo o a quelle derivanti da interventi chirurgici, ho individuato tre motivi principali sui quali penso che valga la pena fare una riflessione:

  1. Stati di sovrappeso e obesità infantile

 

Secondo gli ultimi studi della Childhood Obesity Surveillance initiative (2015-17) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia (ma non solo) il numero di bambini in stato di sovrappeso o di obesità sta crescendo in maniera esponenziale. Si tratta di percentuali davvero elevate: 42% nei bambini e 38% nelle bambine. La presenza massiccia di grasso viscerale che caratterizza il sovrappeso e l’obesità (cioè quel grasso che circonda gli organi interni) impedisce senza ombra di dubbio la corretta e naturale chiusura dei muscoli retti dell’addome, e riesce a fare anche di peggio! Gli stati di sovrappeso e obesità in tenera età, proprio a causa della forte pressione esercitata dall’eccesso di grasso che preme contro la parete addominale dall’interno verso l’esterno, sono in grado non solo di interrompere, ma addirittura di invertire il processo di chiusura della diastasi dell’addome. Riescono cioè ad estendere ulteriormente la distanza tra i retti  quindi a accrescerne l’ampiezza.

2. Avviamento ad attività, discipline e pratiche sportive molto specializzanti in tenerissima età.

 

Un altro degli elementi che può andare ad interferire nel processo di chiusura della diastasi dei bambini è rappresentato dall’avviamento in tenerissima età a pratiche e discipline sportive troppo specializzanti. Situazioni in cui l’addome, che come abbiamo detto è piuttosto debole nei periodo dell’infanzia, potrebbe essere sottoposto a pressioni alle quali non è ancora in grado di opporsi e resistere. Questo interferirebbe negativamente sul naturale processo di chiusura della diastasi dei retti dell’addome.

Come riportato su un articolo del sito Statunitense “Safe Ride 4 Kids” (https://saferide4kids.com/blog/diastasis-recti-in-children/) “Anche se i muscoli di un bambino si chiudono, possono facilmente separarsi nuovamente se il bambino esegue esercizi che esercitano forza e pressione sul tessuto connettivo che unisce i muscoli”.

3. Tosse cronica

 

Mi riferisco ad una tosse prolungata e persistente, che possiamo definire cronica, cioè che si prolunghi per più di tre settimane, dovuta per esempio ad infiammazioni importanti dell’apparato respiratorio.

Secondo quanto scritto su “La Tosse – Introduzione Autore Dr. F. G. Picciolo Primario Divisione Malattie dell’Apparato Respiratorio Azienda Ospedale Piemonte – Messina”, dal punto di vista meccanico la tosse può essere suddivisa in tre fasi: una fase inspiratoria, una compressiva ed una espulsiva. Le tre fasi possono essere assimilate ad un’arma da fuoco: la fase inspiratoria corrisponderebbe al caricamento dell’arma, la fase compressiva alla deflagrazione della polvere da sparo, la fase espulsiva all’emissione del proiettile.

Durante la fase compressiva, finita la fase inspiratoria più o meno profonda, si ha la chiusura della glottide e la contrazione dei muscoli espiratori toracoaddominali, in cui prevale l’attività dell’obliquo esterno in minor parte del trasverso, per cui si raggiungono pressioni toraciche positive di 50 o addirittura 100 e più mm di Hg. L’aumento della pressione genera una compressione dell’aria contenuta nell’albero respiratorio con una sua riduzione di volume.

Dunque una tosse cronica che si presenti magari più volte durante quel lasso di tempo che va dalla nascita fino ai 5 anni, a causa della forte pressione toracoaddominale, può rappresentare un ostacolo alla chiusura naturale dei retti dell’addome.

Cosa possiamo fare nel caso in cui ci rendessimo conto che un figlio, un nipote o uno dei nostri piccoli atleti ai quali facciamo lezione presentasse una diastasi dei retti dell’addome?

Niente panico.

La prima cosa che dobbiamo pensare è che probabilmente ancora non si è concluso quel naturale processo di chiusura dei muscoli retti dell’addome e sicuramente possiamo iniziare a monitorare la situazione preoccupandoci che non peggiori.

In una visione prospettica, se la separazione dei muscoli retti dovesse aumentare, si rischierebbe, in età adulta, la comparsa di tutte quelle problematiche legate alla diastasi dei retti dell’addome che conosciamo bene: mal di schiena, difficoltà digestive, difficoltà intestinali, incontinenza urinaria ecc. Ma il monitoraggio dovrebbe essere soprattutto rivolto a scongiurare la peggiore delle complicazioni: l’ernia addominale.

Se tenendo sotto controllo la situazione notassimo che verso i 6/7 anni di età la diastasi non si fosse ancora chiusa e risolta naturalmente, allora sarebbe il caso di intervenire con un programma di riabilitazione. Un programma cioè che preveda esercizi specifici in grado di sistemare i muscoli nella posizione corretta, proprio per evitare che insorgano già in età adolescenziale e in quella adulta, tutte quelle problematiche che si accompagnano alla diastasi dei retti dell’addome.

 

Marx, J. Rosen’s Emergency Medicine: Concepts and Clinical Practice. 7th ed. St. Louis, Mo: Mosby; 2009.

Anderson, DM. Mosby’s Medical Dictionary. 8th ed. St. Louis, Mo: Mosby; 2009.

MedlinePlus – National Institutes of Health’s Web – Produced by the National Library of Medicine

https://medlineplus.gov/ency/article/001602.htm

www.chirurgiatoracica.org

www.wikipedia.com

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